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Domaine Gérard Chave

Non bisogna cercare indicazioni per scoprire le vigne del Domaine Gérard Chave sui pendii dell’Hermitage, perché questa famiglia, che si è insediata nella valle del Rodano cinque secoli or sono, iscrive il proprio nome nel vitigno modellando unicamente il paesaggio. Gérard Chave ha ampliato il suo Domaine acquistando dei vitigni a Hermitage negli anni 1960. L’acquisto è stato limitato, spiega, non per mancanza di terre, ma a causa della mancanza di mano d’opera attratta dall’industria e quindi sottratta alla cura delle vigne.

Oggi è Jean Louis Chave che, con suo padre, si occupa di recuperare dei versanti abbandonati di Saint Joseph orientati a sud. Tre anni di lavoro per costruire un terroir in via di sviluppo. “Siamo costruttori di vigneti. Ed è per questo che i miei muratori sono altrettanto importanti dei miei vigneron – ci spiega Jean Louis. Noi oggi siamo di passaggio, apparteniamo a una dinastia di vigneron, in continuità con chi ha costruito prima di noi. Il terroir è una passione. Ci si può sbagliare nella produzione di un vino, ma non nella localizzazione di un terroir, che rimarrà nel tempo”.

Ma la loro passione è anche l’Hermitage di cui rivendicano la grandezza. Si trova un Hermitage in un catalogo di Nicolas del 1863. Nato come vino bianco, l’Hermitage oggi è ricercato dagli amatori soprattutto come rosso.  “C’è bisogno di una certa cultura per comprendere l’Hermitage bianco, perché non tutti riescono a “capirlo” e questo ne fa un vino unico” spiega Jean Louis. E per concludere Gérard ci dice che “negli ultimi anni ci hanno fatto comprare dei tini in acciaio inox e delle presse pneumatiche, ma oggi con uno sguardo al passato penso che non stiamo facendo meglio”. Un’affermazione che viene avvalorata dal magnifico Hermitage del 1978.

Sulle ultime annate, il lavoro di Jean Louis e le recenti tecnologie gli permettono di fare dei vini ancora più raffinati, ma solo il futuro ci potrà dire se saranno migliori di quelli del passato.